I carusi

Nell’ambito dell'organizzazione mineraria è emblematica la figura del "caruso".
Il “caruso” è un
bambino, spesso in età scolare, che per pochi soldi (chiamato in gergo soccorso morto) viene ceduto dai propri familiari “in affitto” ai picconieri della miniera; i familiari venivano pagati in anticipo per cui si creava un debito che il ragazzo era obbligato ad onorare spesso lavorando come uno schiavo privato di ogni diritto.

Il potere del picconiere sui dipendenti era dunque enorme.

Il lavoro del ragazzo consisteva nel trasportare all’esterno, attraverso impervi cunicoli, il materiale estratto dalle viscere della terra, (non esistendo ancora  mezzi meccanici). Preparato il carico, veniva posto dentro cesti di vimini (i stiratura) e caricato sulle spalle protette da una imbottitura, la cosiddetta "chiumazzata".  

Questi esseri esili, mal nutriti, ignudi o quasi, muniti di un gonnellino cinto alla vita a fare da perizoma, erano costretti a portare carichi che potevano variare dai 25 ai 50 Kg; è facile intuire la fatica che questi dovevano sopportare.

Difficilmente questi ragazzini sottoposti a tali crudezze crescevano sani, spesso erano storpi e rachitici. La loro presenza in miniera era essenziale ed i picconieri (loro datori di lavoro) facevano di tutto per accaparrarseli. poteva succedere che in qualche caso il caruso ingiustificatamente abbandonasse un picconiere per preferirne un altro, questo atto era ritenuto così grave da provocare litigi che spesso si traducevano in violenti e crudi tafferugli. 

Dai documenti raccolti nel 1882 dall' allora Prefetto di Girgenti, Senatore Tamajo, in 72 miniere della provincia, delle quali 56 a Comitini, si trovarono ben 2626 fanciulli a lavoro.  


Lu carusu

di Alessio Di Giovanni 
"Figure siciliane” Herbita Editrice"


Scìnninu a la pirrera cu li luma
’nmanu, comu l'armmuzzi ddicullati,

quannu. cu ll'occhi ca cci fannu scima,
vannu nni parenti abbannunati....

Scinninu, nudi, ’mmezzu li lurdduma
di li scalazzi ’nfunnu allavancati;
e, ccomu a li pirreri s’accustuma,
vannu  priannu: Gesi zzu, piatati ....

Ma ddoppu, essennu sutta lu smaceddu
gridanu, vastimiànnu a la canina,

ca macari «ddu Cristu» l'abbannuna

E cci acchiana a lu cori ‘n gran ribeddu
d' bannunari dda vita scantina
comu l'armali,
mezzu a li vadduna…




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