La
Storia Mineraria Comitini
sorge su un rilievo sottostante il colle Cumatino, a 15 Km circa da
Agrigento, è un comune di origine feudale, inizialmente ad economia
agricolo-artigianale, fondato nel 1627 dal Barone Gaspare Bellacera. Nei
primi del 1800, con la riscoperta dei giacimenti di zolfo, Comitini
diventa uno dei più importanti centri minerari dell’agrigentino e la
sua economia subisce una radicale trasformazione da agricola-artigianale
ad industriale. E’
un periodo d’oro per il piccolo paese che, in poco tempo, si vede
invaso da una miriade di gente proveniente dalle comunità limitrofe in
cerca di fortuna e con la speranza di un lavoro continuo e più
redditizio. Un certo benessere fu assicurato a tanti cittadini, mentre
la popolazione locale raggiunse in poco tempo le 3.500 unità. Mandrazzi,
Fiacche Vella, Buca ficu, Felicia, miniera del Sale, Stretto Cuvello,
Rametta, miniera Pizzo, Crocilla Grande e Crocilla Principe, sono alcune
delle 70 miniere in attività nei primi del novecento di cui permane la
memoria storica. Pare che 10.000 operai ogni giorno venissero impiegati
per l’attività estrattiva del minerale. La
crisi del mercato dello zolfo ed il progressivo tramonto
dell’industria zolfifera, nel XX secolo, provocarono gravissimi danni
all’economia locale, aggravata dal fatto che era scomparsa la
vocazione agricola ed artigianale tipica del luogo. Questi eventi
catastrofici per l’economia locale portò ad un intenso evento
migratorio e ad un netto decremento della popolazione.
Il
ritrovamento di alcuni frammenti di una Tabula Sulfurea con scritto in
rilievo “Officina Commodiana” presso c.da Puzzu Rosi, conferma che
gli antichi romani sfruttassero il minerale Comitinese a partire
dal 180 d.C. e che già nel XVI sec. a.C. gli abitanti
di un villaggio preistorico sul colle Cumatino (monte
Castellaccio), pare intensificassero commerci legati allo zolfo con i
popoli Egei. |
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Alle miniere sono legati momenti di floridezza economica e anche momenti bui come lo sfruttamento minorile, il pericolo a cui erano sottoposti i minatori, le inondazioni, i crolli nelle gallerie, gli stenti e le esalazioni dei gas, responsabili questi di tanti incidenti mortali. Oggi, dopo
la chiusura dell’ultima miniera la “Stretto Cuvello”
avvenuta nel 1974, rimangono i resti di quella che viene definita
archeologia industriale, come ha mantenere ancora vivo il ricordo di un
passato, che ha lasciato segni indelebili nella storia di questa
comunità. Canto
del minatore comitinese |
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