La
Viella
Strumento
musicale ad arco, a fondo piatto e di contorno ovale,
generalmente a cinque corde, anche se qualche versione ne
montava 6, diffuso in tutta Europa soprattutto
nei sec. XII
e XIII.
Il tipo primitivo, già in uso nel X
sec., presentava una forma piuttosto rigida e tozza. In seguito
a graduali trasformazioni lo strumento acquistò una struttura
più elegante ed elaborata come vediamo nella foto.
Lo strumento veniva suonato con le dita senza l'ausilio di un
plettro.
Il
Liuto
Strumento
musicale a corde pizzicate, con cassa armonica ovoidale; di
origine orientale, fu importato in Europa durante il medioevo e
raggiunse la massima diffusione nel XVI
sec.
La cassa del liuto, in origine ricavata da un unico blocco di
legno, fu in seguito costruita con diversi listelli (da nove a
quaranta circa), per ottenere una sonorità più dolce e più
intensa. Il manico, corto e largo, si estende sullo stesso piano
della tavola: a esso è fissato, ortogonalmente, il cavigliere a
spatola. Una serie di legamenti di minugia divide il manico in
otto o nove parti, dette tasti. Le corde sono generalmente sei,
tutte doppie, a eccezione di quella più acuta (cantino).
L'accordatura varia secondo il tempo e il luogo, ma rispetta in
genere questa successione: due quarte, una terza maggiore, due
quarte.
Lo
strumento era suonato con un plettro o anche, per ottenere
maggiore morbidezza e fluidità d'esecuzione, con le dita nude.
La musica per liuto era scritta con un particolare sistema detto
intavolatura. Nel xvii sec. il numero delle corde basse aumentò;
il liuto giunse così ad avere sino a undici corde. Si ebbero
allora vere e proprie famiglie di liuti, variamente accordati; a
causa dell'aumentato numero delle corde basse il manico dello
strumento fu allungato e vi si aggiunse un secondo cavigliere
superiore, cui erano fissate le corde gravi, suonate a vuoto.
Questo strumento prese il nome di tiorba e, nelle sue varietà
di maggiori dimensioni, quello di arciliuto e di chitarrone. Il
repertorio della musica per liuto a noi pervenuta si estende dal
1507 (anno nel quale comparvero, a Venezia le prime intavolature
dell'editore Petrucci) sino al 1770 circa. Il liuto occupò un
posto di considerevole rilievo nella vita musicale, specie nel
xvi sec., quando ebbe la stessa diffusione e la stessa
versatilità d'impiego raggiunte nell'Ottocento dal pianoforte.
Le fonti cinquecentesche comprendono sia composizioni originali
per lo strumento (danze, quali pavane, gagliarde, passamezzi,
saltarelli; ricercari, fantasie, variazioni; preludi di
carattere improvvisatorio), sia molte trascrizioni di brani
vocali, profani e sacri.
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