I
poeti di ogni epoca hanno trovato nelle donne, nell'amore,
nell'eroismo i temi degni d'essere
cantati, quelli che ne fecero una ragion d’essere
furono i trovatori.
Il
culto "dell'amor cortese" e della
"cavalleria" pervade tutte le loro composizioni che
nonostante il tempo mantengono freschezza e immediatezza.
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Se
l'anno mille non portò, come era nella convinzione popolare,
allo sconvolgimento del giudizio universale, la non avverata
profezia sembrò provocare un sommovimento interno che spinse
gli uomini a volgere lo sguardo verso una realtà concreta
piuttosto che verso le astrazioni dell'aldilà.
Si
aprirono scuole e università, gli "Studia" medievali
che favorirono lo scambio di cultura al di fuori di ambiti
ecclesiastici e monastici.
Mentre
in Italia si sviluppò la civiltà dei Comuni, in Francia si
allargò sempre più il concetto di corte: era come un'isola di
civiltà e cultura, in cui si svolse una vita autonoma, slegata
spesso dalle vicende politiche e dai conflitti religiosi,
ispirata agli ideali di "cortesia" e della
"cavalleria", fondata principalmente su un elegante
cerimoniale, sull'omaggio galante, sul divertimento spensierato.
L'atmosfera
di questo mondo rifluì in quella produzione tipicamente
cortigiana e aristocratica che è la lirica trovadorica.
Il movimento trobadorico fu il primo movimento poetico della
letteratura europea in lingua volgare ed ebbe nascita in
Provenza, nel sud della Francia veso il 1100 diffondendosi poi
nel nord della Francia ma anche in Germania, in Spagna e in
Italia.
Il nome trovatore
deriva dal provenzale trobador,
riconducibile al latino medievale tropatore ossia
"inventore di tropi": il tropus
è infatti un genere di componimento in versi che nel corso del
XV secolo era particolarmente diffuso nel canto liturgico e in
particolar modo nell'abbazia di San Marziale di Limoges.
La sua origine è
riconducibile alle corti feudali in una civiltà
"cortese" in cui il trovatore svolge la sua attività
da professionista, provvedendo sia all'aspetto poetico sia a
quello più strettamente musicale.
Le liriche erano
dunque non erano destinate alla lettura bensì al canto e alla
recitazione da parte dello stesso trovatore o di un giullare
(dal latino joculator), che spesso popolava fiere e
corti: si può anche pensare ad una divisione professionale dei
compiti in cui al trovatore spettava un compito di compositore
mentre al giullare era poi affidata l'esecuzione, sebbene tale
distinzione non appare sempre così netta.
I Trovatori
Trovatori
(dall'antico francese trobar,
trovare rime, versi, metri) si chiamarono quei poeti-musicisti
che si servivano della lingua d'oc
diffusa nella Francia meridionale, mentre in lingua d'oil
(che sarà la base del francese moderno) poetavano i trovieri
della Francia settentrionale.
Non
bisogna confondere i trovatori con
i menestrelli e i giullari,
essi non erano come i
secondi girovaghi in cerca di un posto stabile e sicuro,
tutt'altro.
Spesso
erano personaggi altolocati, figli cadetti di nobili famiglie ma
anche principi regnanti: si dice che persino re Riccardo Cuor di
Leone, il leggendario e impavido condottiero, fosse un troviere
e che la sua morte fosse cantata in un Lamento da un confratello
trovatore provenzale.
Il
più antico trovatore di cui si ha notizia è Guglielmo IX,
conte di Poitiers (1087-1127); ma i caratteri musicali e
letterari della sua produzione, già ben definiti, fanno pensare
a un'origine precedente di questa poesia di cui si è persa ogni
traccia, ma che si può stabilire intorno al 1050.
Il successo della
musica trobadorica fu ampio; investì alcune corti italiane e
soprattutto la Germania che vide la nascita di un genere
autonomo, il Minnesang. Il più celebre minnesanger fu Walther
von der Vogrlweide (1170-1230).
Fra
i nomi più noti troviamo Bernard de Ventadorn (1127/1195), Rambauld
de Vaqueiras (fine secolo XII),
Adam de la Halle (1240-1287).
Raimbau
de Vaqueiras
, fu Grande poeta provenzale Raimbaut de
Vaqueiras nacque nella Francia del sud nel 1150 circa.
Inizialmente fu
alla corte di Guglielmo d'Orange, ma molto presto, e in questo
fu tra i primi, scese in Italia dove conobbe Bonifacio I
Marchese di Monferrato. Di questo Signore cantò la figlia
Beatrice.
Partecipò alla IV
Crociata e divenne feudatario a Salonicco e, da buon vassallo,
trovò la morte accanto al suo Signore, mentre combatteva gli
"infedeli" nel 1207 circa.
Per la sua lunga
permanenza a Genova e nel Monferrato, ma soprattutto per il suo
indiscusso valore è considerato uno dei trovatori più famosi
in Italia.
Di lui ci sono rimaste trentacinque poesie, di cui
sette musicate: tra queste la più famosa è Kalenda Maya, dedicata
alla festa popolare che celebra il ritorno della primavera,
Kalenda Maya è scritta in lingua d'oc, parlata nel XII secolo nella
Francia del sud, la Provenza. |