BURATTINI E MARIONETTE

   


Burattini e Marionette

Fantocci  usati  in pettacoli  teatrali  per rappresentare esseri  umani, animali  o personaggi mitologici essi variano nella grandezza,  nella costruzione e  nei materiali, sono azionati dagli animatori con le mani o tramite filo o ancora per mezzo  di congegni meccanici. 

Precedenti  alla forma  del  dramma  scritto,  burattini e marionette  esistono da sempre  e  si  ritrovano  presso tutte le civiltà.

Tipi e differenze

Il burattino è composto di una testa e di una veste in cui si infila la mano del burattinaio che lo fa muovere. Esistono inoltre burattini, piatti o a tre dimensioni, animati dal  burattinaio  e  uno o più aiutanti,  mediante stecche o sostegni rigidi da sotto l'arco di scena. Di solito, le stecche reggono la testa e le braccia, mentre  i piedi  sono  liberi.
La marionetta  invece,  a  figura  intera,  è  manovrata  dall'alto  con  fili  o  stecche,  solitamente due  per  le braccia, due per le gambe,  uno  per  la testa  e un altro in vita; alcuni modelli più complessi e articolati sono mossi da numerosi fili fissati a una tavoletta.   

Gli spettacoli dei burattini, i cui testi,  partendo  da  un  canovaccio,  sono  spesso  improvvisati, nascono  da forme di  comicità  popolare  e  presentano  intrecci  fondati  su equivoci che culminano  quasi sempre nella scena  della bastonatura del  servo sciocco  (o di un  personaggio  equivalente)  responsabile  suo  malgrado  del pasticcio. Il palcoscenico che viene usato per queste rappresentazioni è piccolo, con una cornice, due quinte, un fondale ed è facilmente trasportabile.
Il teatro delle marionette esige invece un palcoscenico attrezzato e di maggiori dimensioni. 
Le vicende sono generalmente più elaborate, spesso tratte da testi teatrali, letterari e operistici. La storia dello spettacolo di animazione  è  lunga  e complessa.  

I burattini erano  noti  già  in Egitto, in Cina e nella Grecia Classica.   A Giava, in India, a Bali e in Cina il teatro delle ombre utilizza sagome di  vari  materiali, mosse  da  bacchette  dietro  uno  schermo,  sul quale una fonte di luce ne proietta le ombre (Teatro delle Ombre).   
Le vicende  sono ispirate  ai testi epici indù,  quali il Ramayana  e  il Mahabharata. 
Il sofisticato bunraku  giapponese usa  fantocci  o  bambole  di  grandi dimensioni azionati con fili  e  stecche da  tre  animatori interamente vestiti di nero, visibili sul palcoscenico. 

Gli spettacoli  rappresentano  drammi eroici tradizionali  o tragedie  domestiche, la  cui storia  viene  cantata da un narratore accompagnato da una orchestra. 
Questi  spettacoli  si  differenziano  da  quelli  occidentali per simbolismo e stilizzazione.


In Europa  il  teatro  dei  burattini fiorì soprattutto a partire dal XVI secolo rifacendosi, in modo analogo   alla commedia  dell'arte,  alle  forme della tradizione  comica  popolare.      I personaggi avevano perlopiù diffusione e caratterizzazione regionale, come, in Italia, Rugantino (Roma), Meneghino (Milano), Gianduia (Torino),   Balanzone (Bologna),  Arlecchino (che  si  ritiene  erede  dello Zanni)   e Pulcinella conobbero, invece, fama europea; la maschera napoletana ispirò diversi personaggi, quali Punch in Inghilterra, Guignol in Francia, Kasperl in Germania e Petruška in Russia.   

Spesso colpito dalla  censura ecclesiastica, il teatro dei burattini,  espressione  della cultura  popolare, si poneva  in alternativa  alla cultura ufficiale.    Questa  opposizione,  tuttavia,  si  fece assai meno netta  a  partire dalla fine del  XVIII secolo,  con l'accostarsi di autori e pubblico colto al teatro delle marionette, da un lato, e dall'altro  con l'assimilazione,  da parte di quest'ultimo, di generi, testi e vicende tratti dalla cultura scritta.    

Nel XVIII secolo in Gran Bretagna alcuni scrittori  utilizzarono questa forma di teatro per rappresentare opere fortemente satiriche.
Alla fine  del  XIX  secolo  nacque in  Francia la moda di un teatro delle marionette letterario.  L'autrice George Sand aprì un teatro dei burattini a Nohant nel 1847, mettendo in scena drammi scritti dal figlio.
La tradizione venne continuata nel XX secolo da artisti quali Paul Klee, che creò personaggi insoliti per un teatrino domestico, ed Edward Gordon Craig,  che  difese  la  marionetta perché rappresenta un mezzo di  comunicazione artistica. 
P
eter Schumann mise in scena attori e marionette contemporaneamente. In Austria il Teatro delle Marionette di Salisburgo si è  specializzato  nel  presentare  opere di Mozart.    

Oggi il  teatro dei burattini e delle marionette sopravvive soprattutto  come  divertimento  per  l'infanzia.  È stato portato anche sullo schermo televisivo, dove ha ottenuto grande successo, ad  esempio  in  America  con spettacoli come il Muppet Show.  

Il  teatro  beffardo  dei  burattini del XVIII secolo è  rivolto  a un  pubblico  adulto, tornò in vita nel 1984 attraverso la televisione inglese con Spitting Image,  un programma di pupazzi  caricaturali  ispirati  a personaggi pubblici, molto simile al francese Les Guignols de l'info.   

In  Italia,  tra  le  famiglie   di  marionettisti  che mantengono viva la tradizione si ricorda quella dei Collaattiva a Milano.                  

Un particolare tipo di marionetta, nato alla metà dell'Ottocento, è costituito dai Pupi Siciliani,  più grandi delle normali marionette. Alti circa un metro e pesanti anche trenta chili,  sono  manovrati con una tecnica particolare. Le braccia e le gambe sono libere, mentre il busto è sostenuto da una  barra di ferro. Sono costruiti in legno e metallo e sono caratterizzati dalla ricchezza della lavorazione  dei volti e dei costumi.   
Il repertorio,  generalmente in dialetto  siciliano, è  tratto  dalle vicende di Orlando e dei paladini di Francia, narrate  dai testi epici del ciclo carolingio.   
Vengono inoltre rappresentati episodi del Vangelo, la vita dei Santi e della Madonna, come pure le imprese di Garibaldi e storie di briganti.    
Gli spettacoli sono raggruppati in lunghi cicli. Per conservare e documentare questa tradizione sono state costituite in Sicilia alcune collezioni di pupi, tra cui si ricordano il Museo dei pupi allestito da Antonio Pasqualino  a Palermo e le collezioni di Sortino di Palazzolo Acreide.  

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