Questione Omerica

    


Il testo dei due poemi l'Iliade e l'Odissea ci sono pervenute attraverso versioni medievali e rinascimentali, copiate a loro volta da antichi manoscritti andati perduti. 

Nell'antichità nessuno mise in dubbio che Omero fosse esistito e che fosse l'autore di uno o di entrambi i poemi o di gran parte di essi, altri, invece, più recentemente li considerarono opera di diversi autori, ponendo l'accento sulla loro sostanziale diversità.

Da qui le riflessioni di Michel de Mountaigne
(1533-1592) prima  e Gian  Battista  Vico  (1668-1744)  dopo,  studiosi  dei classici  greci e romani e in special modo di Plutarco (120 a.C.) che per primo rifletté su tale ipotesi.

Essi ipotizzarono l’origine dei Poemi Omerici (IX secolo a.C.), sostenendo che le vicende narrate non avvennero in Grecia ma nel Baltico e che non furono scritti da Omero come si credeva ma che esistettero più Omeri, e che tra l’Iliade e l’Odissea vi era una differenza di 50 anni.

Oggi tutto questo viene dimostrato da recenti scoperte fatte dal Prof. Felice Vinci un ingegnere nucleare che da oltre un decennio studia la questione Omerica, che ha fatto delle scoperte che dimostrerebbero le ipotesi fatte da Plutarco.

Recentemente è stata formulata un'altra teoria sulla composizione formulare orale, secondo la quale i poemi sarebbero il risultato di una complessa organizzazione di formule poetiche tradizionali (come sarebbero, ad esempio, certi epiteti ricorrenti, quali "Achille piè veloce", "glaucopide Atena", "l'aurora dalle dita rosate"
 ecc.), elaborata da generazioni di Aedi.  

La lingua e  lo stile

I due poemi sono composti in esametri dattilici e in dialetto ionico, elementi, questi, che testimoniano una fase antica della lingua greca. Sebbene non sia possibile fare una netta distinzione stilistica fra le due opere, fin dall'antichità si è ipotizzato che fossero di autori diversi. L'Iliade descrive infatti le passioni istintive: l'ira, l'amore, l'amicizia, la pietà, il lutto; l'Odissea, riferendosi apparentemente a uno stadio più tardo della società greca, descrive invece il mondo delle istituzioni: la famiglia, la patria, le leggi, i doveri.

L'Eredità di Omero

L'Odissea fu probabilmente il modello, o faceva parte, di un ciclo di poemi analoghi detti Ritorni, incentrati sulle peripezie degli eroi greci di ritorno dall'assedio di Troia. Omero ebbe un'influenza diretta su tutta la cultura greca: la letteratura, la storiografia, il teatro, la filosofia, e in seguito su tutta la produzione epica occidentale, che riprese gli spunti eroici, tragici e comici e la tecnica narrativa dei due poemi. 

Attraverso le rielaborazioni e traduzioni latine l'impronta omerica si impresse su gran parte della letteratura occidentale: basti pensare a Virgilio e alla sua Eneide, alla Letteratura Cavalleresca o ai poemi di Ludovico Ariosto e Torquato Tasso; e ancora, al Don Chisciotte (1605) di Miguel de Cervantes o all'Ulisse (1922) di James Joyce, dove l'ispirazione omerica smette i toni eroici e spesso assume quelli della parodia.

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